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flora e fauna
Avifauna - chi vola all'Isola del Giglio?

Avifauna all'Isola del Giglio

Alla scoperta delle specie di uccelli stazionarie o di passaggio al Giglio
Testi a cura del Parco Nazionale Arcipelago Nazionale

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Quando si attraversa il braccio di mare che dall’Argentario consente di raggiungere l’isola del Giglio si ha un primo assaggio dell’avifauna che frequenta l’ambiente marino. Ovunque predomina il Gabbiano reale, specie onnivora, che forma vere e proprie bande in grado di utilizzare tutte le risorse commestibili, I gabbiani reali stanno diventando molto numerosi perché, nutrendosi anche di rifiuti, sfruttano le discariche e non hanno fattori limitanti divenendo di fatto indicatori di alterazioni ambientali.
A farne le spese sono soprattutto i più timidi esemplari di Gabbiani corso che si nutrono di pesce e prediligendo le acque pulite sono indicatori di salute ambientale.  La specie è purtroppo in netto declino. Le uova deposte a terra sono predate dai ratti mentre gli adulti devono difendersi dalle squadriglie dei gabbiani reali che li aggrediscono.
Tutti i gabbiani adulti sia reali che corsi sono grigi sopra e candidi sotto, i giovani sono invece sempre un po’ marroni. Per individuare i pochi esemplari di Gabbiano corso si devono controllare il colore del becco, prevalentemente rosso con resta più arrotondata, la tonalità grigio-azzura delle zampe e soprattutto il modo di volare più leggero e basso sul mare

In mare aperto volano scivolando a pelo d’acqua la Berta maggiore e la Berta minore. Sono procellarie che sulle isole vengono denominate «parlanti’. Di notte, infatti, si possono sentire i toro richiami simili a vagiti di neonati che piangono da cui la mitica associazione con il canto delle sirene. Dotate di lungi ali, si librano sulla risacca, si spostano quasi senza battiti e non si alzano verso l’alto.

Avvicinandosi all’isola lo sguardo abbraccia il paesaggio a terra e l’occhio scorre lungo i versanti verdi interrotti dall’affiorare dei massi di granito. Spesso lo si nota il nero Marangone dal ciuffo posato sugli scogli, si tuffa, completamente immerso e riappare anche a distanza. L’abile sommozzatore va infatti in cerca di pesci.

Il Falco pellegrino vola rapido e potente con le sue ali a punta scrutando il territorio dall’alto per poi gettarsi in vertiginose picchiate sugli uccelli che preda. Nerissimo appare il Corvo imperiale dalla coda a cuneo che transita nel cielo emettendo il suo roco richiamo. La Poiana volteggia alta con ali che terminano con le penne disgiunte come fossero dita di una mano. Il piccolo e rossastro Gheppio dalle ali a punta appare spesso fermo in aria come un elicottero nel movimento detto dello “spirito santo” mentre scruta il suolo per individuare i movimenti di lucertole, insetti e topi.

Sul profilo roccioso si può scorgere un uccello posato in posizione eretta: è il Passero solitario cantato dal Leopardi. L tonalità del maschio sono blu metalliche mentre la femmina ha invece un piumaggio discreto bruno-grigiastro. Camminando lungo i sentieri la fitta macchia profumata si lanima del canto dei piccolissimi folletti che, anche con un buon binocolo, sono davvero difficili da osservare per la loro proverbiale irrequietezza.

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I canti più melodiosi si ascoltano a primavera quando tutti gli uccelli si organizzano per delimitareiloro territori riproduttivi all’interno dei quali verranno allesati i nidi. I maschi delle diverse specie manifestano le loro precise melodie per tenere distanti gli intrusi e corteggiard le femmine. Le isole del Mediterraneo sono vere e proprie zattere dove approdano migratori che hanno soryolato il Sahara eil Mediterraneo. Le soste sono brevi, giusto il tempo per rifocillarsi. Resentemente è stata accertata l’importanza del polline nella dieta di questi piccoli viaggiatori che possono proseguire il sorvolo fino alle latitudini boreali. Ci sono poi specie che non si spostano mai dall’isola. Tra questi ultimi, il più comune è l’Occhiocotto, vivace, grigio con cappuccio nero e bordo dell’occhio rosso. In mezzo alla macchia più fitta, gli fa compagnia la Magnanina che tiene la coda verso alto e, talora, mette in mostra il petto color mattone sostando su di un ramo secci. Migratori e nidificanti estivi sono invece la Sterpazzola e la Sterpazzolina assai simili nel piumaggio e nel modo di muoversi tra i cespugli.

L’Usignolo arriva ad aprile e inonda le serate del suo canto notturno. L’Usignolo ama gli ambienti più fréschi che condivide con il Merlo è la Capinera. Scene di natura vissuta come l’inconfondibile richiamo del Cuculo e lo sfrecciare dei Rondoni hanno termine gia ai primi di agosto mentre il monotono richiamo dell’Assiolo, il più piccolo dei nostri rapaci notturni, si conclude alla fine dell’estate con il diminuire degli insetti di cui è ghiotto. La Civetta invece cerca un riparo per passare l’inverno.
Quando arriva l’autunno se ne va il Pigliamosche e approdano sull’isola centinaia di
esemplari di Pettirosso e di Codirosso spazzacamino. Molte di queste specie hanno piumaggi differenti tra maschi, femmine e giovani.

Birdwatching

Non è sempre facile pertanto riconoscere le specie e distinguere quelle molto somiglianti. Occorre pazienza ma il birdwatching si può imparare. Il consiglio è quello di allenarsi ad inquadrare con il binocolo, osservare la postura dell’esemplare, valutare le dimensioni con un termine di paragone di grandezza conosciuta (più grande di un Passero, oppure come un Merlo, ecc.), chiedersi subito se ha segni distintivi particolari come macchie chiare o scure, se queste appaiono sulle ali o sul corpo, ecc. Poi si deve annotare subito tutto su un taccuino e indicare tutti gli elementi utili per arricchire il promemoria. In vendita ci sono diversi manuali illustrati che raffigurano i caratteri distintivi degli uccelli e danno
molte informazioni sul particolare comportamento e sull’ambiente di vita di ogni specie.

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