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flora e fauna - boschi
La Pineta al Giglio

Le Pinete dell'Isola del Giglio

Rimboschimenti con pini domestici dellE pendici dei poggi dell'Isola del Giglio
Testi a cura del Parco Nazionale Arcipelago Nazionale

Negli anni cinquanta e sessanta le pendici del Poggio della Pagana, del Vecchio Faro e del Poggio delle Serre sono state rimboschite con pini domestici (Pinus pinea) e marittimi (Pinus pinaster). Sono sempreverdi, a rapido accrescimento e gradevoli alla vista, ma portano ben pochi benefici a parte limitare l’erosione con una fila copertura di aghi caduti al suolo. dove non cresce praticamente niente, a parte qualche cisto e lentisco.

 

L’ambiente della pineta è caratterizzato da un terreno povero di humus, un uniforme tappeto di aghi a ricoprire il suolo e un sottobosco avaro di erbe, arbusti e nuove plantule di pino. I pini, con i loro aghi, contribuiscono a rendere più acido il terreno o e lo arricchiscono poco in sostanze nutritive perché le foglie così dure e coriacee tendono a decomporsi molto lentamente.
Le fitte chiome coprono la superficie del suolo rendendo problematica la crescita di nuove piante. In questo sottobosco ombroso, con substrato acido, neanche i tenaci arbusti della macchia mediterranea riescono a sopravvivere.

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PINO (Pinus sp.)

Famiglia: Pinaceae
Nome dialettale: pino
Pino domestico (Pinus. pinea L.)
Il nome specifico allude alla produzione di pinoli
Corteccia rosso/bruna screpolata e suddivisa in larghe squame
Aghi a gruppi di due, lunghi fino a 12 cm
Coni/strobili bruno-lucidi, globosi, appiattiti alla base, scaglie arrotondate
Pino mariltimo (Pinus pinasten Aiton)
Il nome specifico deriva dal latino come peggiorativo del pino domestico.
Corteccia grigio-pallido o bruno-rossastra, con profondi solchi, più scura con l’eta.
Aghi coriacei a gruppi di due, lunghi 18-21 cm
“Coni/strobili bruno-lucidi, lunghi fino a 20 cm, ogni squama è caratterizzala da una spina ricurva. I coni restano
sull’albero per anni prima di aprirsi.

Link Wikipedia

Le Pinete e l'uomo

I pini sono stati ampiamente utilizzati nei rimboschimenti grazie ad alcuni loro pregi: sono alberi molto frugali, sempreverdi, si accrescono velocemente su qualsiasi tipo di terreno, producono una elevata quantità di semi e forniscono un’abbondante produzione di legname ma portano ben pochi benefici a parte limitare l’erosione con una fitta copertura di aghi caduti al suolo dove non cresce praticamente niente.

La pineta è stata diffusa  spesso nel territorio del Giglio nell’area di sviluppo potenziale della lecceta: fatta eccezione per qualche individuo isolato la totalità delle pinete locali non sono spontanee e proprio per la loro natura “artificiale” sono comunità fragili e facilmente degradabili. Mentre le comunità vegetali naturali sono in grado di auto proteggersi, almeno in parte da eventuali “aggressioni” esterne, i consorzi artificiali risultano più deboli.

La pineta e gli incendi

Le resine prodotte dai pini, dal caratteristico aroma e dalle molteplici utilità pratiche, sono altamente infiammabili. Questi ecosistemi, infatti, sono facilmente soggetti a incendi: il fuoco infiamma velocemente le chiome o l’incendio tende a propagarsi molto rapidamente.

Un terreno percorso da incendio offro uno spettacolo decisamente desolante: il terreno diventa più arido, gli alberi sembrano tanti scheletri neri protesi verso il cielo, gli arbusti scompaiono.

Ma il calore del fuoco stimola l’apertura delle pigne e la conseguente liberazione nel terreno di miriadi di semi. Le nuove plantule di pino dopo l’incendio hanno un luogo ideale per crescere: i competitori sono quasi assenti e l’ambiente è diventato molto più luminoso. Sebbene ci sia un nuovo ritorno alla vita questo processo da un punto di vista ecologico non fa altro che ritardare il naturale ritorno alla vegetazione spontanea.

Le Malattie del Pino

La cocciniglia del pino (Matsococcus fevtaudi): è il nome di un parassita che aggredisce il pino marittimo. Si tratta di un insetto, una cocciniglia, non molto pitt lungo di 3 mm. Costituisce una vera e propria calamità per il pino. Questi insetli si disperdono sul tronco, sui rami, sugli aghi, si nutrono a spese dell’ospite e producono tossine nocive alla pianta. Ogni femmina depone circa, 300 uova tra le screpolature delle cortecce ed è facile immaginare come il numero dei parassiti diventi enorme in breve tempo.

La processionaria del pino (Thaumatopoca pityocampa): è un insetto parassila,appartenente all’ordine deilepidotteri, che vive a spese delle specie del genere Pinus. Il nome è dovuto all’abitudine delle larve di spostarsi in Alla indiana formando file lunghe anche due metri I bruchi formano nidi dall’aspetto di grossi gomitoli argentei dove vivono parecchie centinaia di bruchi. Le larve sono ricoperte di peli urticanti che possono provocare irritazione alla pelle e alle vie respiratorie.

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